Il file originale dell'interrogazione, è presente sul sito web aic.camera.it, raggiungibile al seguente LINK
In alternativa, tramite la ricerca sul sito aic.camera.it inserendo i seguenti dati:
Nel campo "Cerca..." inserire: 4/15918
Legislatura: XXVII
Tipo atto: Interrogazione a risposta scritta
ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15918
Data di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 760 del 15/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: NUTI RICCARDO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/03/2017
Destinatari
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
- MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
- MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
- MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Data delega: 15/03/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 07/04/2017
Stato iter: 10/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/10/2017 GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Fasi iter:
SOLLECITO IL 07/04/2017
MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 07/04/2017
SOLLECITO IL 27/07/2017
RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/10/2017
CONCLUSO IL 06/10/2017
Atto camera
Interrogazione a risposta scritta 4-15918
presentato da
NUTI Riccardo
testo presentato
Mercoledì 15 marzo 2017
modificato
Giovedì 16 marzo 2017, seduta n. 761
NUTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
secondo quanto descritto dal quotidiano Roma e dal sito web www.pianetaitalianews.it, nel corso dell'anno 2016 sarebbero scomparsi circa 1300 containers pieni di rifiuti da 22 tonnellate, per complessive 28.600 tonnellate, regolarmente imbarcati al porto di Gioia Tauro, diretti alla discarica di Drisla (Skopje), Macedonia, e scaricati al porto di Durazzo, Albania, senza tuttavia aver mai raggiunto destinazione e aver mai varcato il confine albanese-macedone;
si tratterebbe di rifiuti urbani, ma forse anche rifiuti pericolosi e industriali, provenienti da Napoli e Campania, Bari e provincia, Imperia, conferiti da comuni e ATO per lo smaltimento oltre confine; la FCL Ambiente amministrata da Massimiliano Ferrazzoli, controllata dalla Finanziaria Centro Lazio della medesima famiglia Ferrazoli, si è aggiudicata sia il trasporto dei rifiuti dalle sopra citate aree, per importi variabili dagli 80 ai 160 euro a tonnellata, sino alla discarica di Drisla, sia la gestione della discarica stessa;
la FCL Ambiente (costituitasi pochi giorni prima della scadenza nella gara per la gestione della discarica) si è aggiudicata nel 2013 la concessione, con l'impegno di investire 73 milioni di euro per il rinnovamento dell'impianto che gestisce tramite la società «Drisla – Skopje Doo», assieme al comune di Skopje (80 per cento FCL Ambiente e 20 per cento Comune di Skopje);
nel settembre 2014, Balkan Investigative Reporting Network ha denunciato che la FCL Ambiente «non ha alcuna esperienza nel settore e non ha ancora investito nel progetto»;
un'altra società connessa alla gestione della discarica è la Marin Gasoil Monte-Carlo, legata tramite joint-venture con la FCL Ambiente, che si occupa del ritiro e del trasporto di rifiuti, secondo quanto dichiarato sul proprio sito web;
in un rapporto di una funzionaria dell'Istituto del commercio con l'estero di Skopje ad un suo superiore, si legge: «Dopo numerosi incontri con Sonja Lipitkova, Segretario di Stato per l'Ambiente, Natasha Krstevska, Direttore delle Dogane, ed il sindaco di Skopje, sono giunta alla conclusione che il carico non sia arrivato in Macedonia almeno legalmente [...] L'indagine portata avanti dalla polizia italiana ha evidenziato la possibilità che i rifiuti siano sotterrati in Albania [...] secondo le nostre informazioni l'Albania risulterebbe coinvolta nel business dei rifiuti. In alcune regioni i rifiuti vengono nascosti o bruciati. Spesso, oltre ai rifiuti normali, vengono importati anche quelli pericolosi. Lo smaltimento illecito fa circolare grandi quantità di denaro. La mafia controlla il traffico [...] I risultati ottenuti dalla polizia finanziaria italiana dovranno certamente essere resi pubblici, poiché l'Italia è direttamente accusata dall'Europa di esportare rifiuti, anche pericolosi, negli Stati balcanici»;
nel 2016 il governo macedone ha vietato l'ingresso di rifiuti: secondo gli inquirenti sarebbe questa la causa che ha portato al probabile occultamento dei container in Albania;
il Ministero dell'ambiente albanese ha dichiarato che né i containers contenenti i rifiuti, né molti altri, avevano richiesto o ottenuto il permesso obbligatorio riservato ai rifiuti in transito nel proprio Paese;
il Ministro dell'interno Albanese, a seguito dello scandalo di cui sopra, si è dimesso;
la stampa ha parlato di possibili coperture politico-istituzionale per garantire l'occultamento dei rifiuti –:
che tipo di collaborazione sia stata messa in atto con la Repubblica di Albania e la Repubblica di Macedonia in relazione ai fatti esposti in premessa;
quali siano le informazioni in possesso delle prefetture circa la documentazione antimafia della FCL Ambiente e della Finanziaria Centro Lazio;
se risulti se il conferimento dei rifiuti alla FCL Ambiente sia avvenuto nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria;
quali siano responsabilità e compiti di vigilanza in capo allo Stato italiano;
se corrisponda al vero che l'Italia esporti rifiuti pericolosi nella penisola balcanica. (4-15918)
Atto camera
Risposta scritta pubblicata Venerdì 6 ottobre 2017
nell'allegato B della seduta n. 865
4-15918
presentata da
NUTI Riccardo
Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
Secondo quanto riferito dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, la ricostruzione della vicenda relativa all'asserito occultamento doloso di rifiuti urbani e pericolosi, provenienti dal porto di Gioia Tauro in Calabria e scomparsi in Albania prima di attraversare il confine macedone e raggiungere la discarica di Drisla (Skopje), non appare trovare, al momento, elementi di riscontro concreto nei Paesi balcanici.
In merito poi, alle legislazioni macedone e albanese in materia, il predetto Ministero ha precisato quanto segue:
in Macedonia i rifiuti risultano assoggettati ad un regime specifico che ne regola importazione, esportazione e transito, sulla base di autorizzazioni rilasciate dal locale Ministero dell'ambiente e della pianificazione territoriale;
in Albania una legge sulla gestione integrata dei rifiuti era stata approvata nel 2011, poi abrogata in seguito al cambio dell'Esecutivo. Nell'ottobre 2016 lo stesso esecutivo ha approvato alcune modifiche alla precedente legge, autorizzando l'importazione dei rifiuti dall'estero ai fini del loro riciclo. La legge non consente tuttavia l'importazione di rifiuti a scopo di incenerimento o di interramento e vieta l'introduzione nel Paese di rifiuti pericolosi. Secondo notizie ricevute dall'ambasciata d'Italia a Tirana, al momento non esiste alcun riscontro circa l'arrivo e il successivo transito sul territorio albanese di container di rifiuti. Tuttavia, risulta che la procura di Tirana ha aperto un procedimento per il reato di traffico di sostanze velenose il 9 marzo 2017. Inoltre, non vi sarebbero connessioni tra le dimissioni del Ministro dell'interno, Tahiri, legate sembra ad un rimpasto di governo, e la vicenda in questione. Nel contempo, il Ministero dell'ambiente albanese ha dichiarato alla stampa di non aver ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione per il trasporto di rifiuti da parte dell'Italia.
Il Ministero degli affari esteri ha precisato, altresì, che il signor Massimiliano Ferazzoli – titolare della società Fcl ambiente, che nel 2013 si è aggiudicata la gara relativa alla gestione della discarica comunale di Skopje in località Drisla – ha fatto pervenire all'ambasciata d'Italia a Skopje copia del documento rilasciato dall'agenzia delle dogane e dei monopoli di Gioia Tauro dal quale, sulla sola base delle dichiarazioni doganali presentate per l'esportazione all'ufficio doganale stesso, risultano n. 2 esportazioni per l'Albania di agende e calendari e nessuna per la Macedonia nel corso del 2016.
Si fa presente, inoltre, che secondo quanto riferito dalla prefettura di Reggio Calabria, agli atti della stessa non risulta alcuna documentazione antimafia inerente la società «Fcl ambiente S.r.l.».
Si rappresenta, infine, che il comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria ha comunicato, con riferimento all'anno 2016 e allo scalo portuale di Gioia Tauro quanto segue:
a) sono giunti circa 1.800.000 containers, in massima parte in sosta temporanea sui piazzali in attesa di essere reimbarcati su altre navi dirette a porti nazionali, comunitari ed extracomunitari (ed transhipment), i quali, ad esclusione di quelli destinati all'importazione (meno del 5 per cento, non sono soggetti a particolari adempimenti doganali;
b) sono stati imbarcati, oltre ai contenitori in transhipment, nr. 3.315 container destinati all'esportazione, uno solo dei quali (contenente materiale pubblicitario) destinato al Porto di Durazzo (Albania) e n. 50 trasportanti rifiuti non pericolosi;
c) sono transitati oltre 30.000 container di rifiuti non pericolosi relativi a ritagli, scarti, carta da macero, cascami e altro e n. 77 container di rifiuti pericolosi. Di questi ultimi, la metà circa è rimasta a bordo delle MM/NN, mentre i restanti hanno effettuato operazioni in transhipment.
Il comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria ha evidenziato, peraltro, che, più in generale, all'interno dei porto viene attuata, da parte del 1° nucleo operativo del dipendente gruppo di Gioia Tauro, un'attività di vigilanza fissa e dinamica, tesa ad evitare l'introduzione nel territorio dello Stato di merci per le quali non sono stati corrisposti i diritti doganali, nonché per reprimere traffici illeciti di vario genere, ivi compresi gli stupefacenti. In tale contesto, alla collaborazione che viene prestata ai funzionari doganali nelle consuete attività di controllo sulle dichiarazioni doganali, svolte avvalendosi innanzi tutto delle risultanze del circuito doganale di controllo, si aggiungono le visite doganali ai contenitori selezionati sulla base degli elementi informativi, ovvero di «analisi di rischio» operata sui manifesti di carico e sulle bollette doganali.
Sempre secondo la guardia di finanza, tali servizi, non hanno fatto emergere alcun elemento di riscontro rispetto alle ipotesi formulate dall'interrogante, né vi sono agli atti evidenze su eventuali indagini di polizia giudiziaria in corso in tal senso. Inoltre, i dati relativi ai container contenenti rifiuti imbarcati nell'anno in esame nel porto di Gioia Tauro parrebbero smentire il contenuto di quanto pubblicato dal quotidiano «Roma» e dal sito web www.pianetaitalianews.it.
Per quanto attiene, infine, la «Flc ambiente S.r.l.», la guardia di finanza ha rappresentato che, dai rilevamenti effettuati alle banche dati anagrafe tributaria, la stessa non risulta aver posto in essere alcuna operazione doganale nell'anno 2016. Emergono esclusivamente nr. 2 bollette di esportazione, rispettivamente negli anni 2013 (importo merce: euro 100.000,00) e 2015 (importo merce: euro 5.000,00).
Ad ogni modo, si rassicura che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per quanto di competenza, manterrà alto il livello di attenzione sulla questione anche al fine di un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.